Boccata d'ossigeno per le risorse destinate alla cassa integrazione in deroga, l'ammortizzatore sociale finanziato interamente dallo Stato e destinato alle piccole imprese industriali e artigiane, a quelle commerciali fino a 50 dipendenti e agli studi professionali. Dopo l'allarme lanciato dai sindacati e dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero per il rischio che la cassa integrazione in deroga restasse a secco, il governo ha disposto lo stanziamento di un miliardo di euro per rifinanziarla. Definite le coperture: 250 milioni arriveranno dalle risorse per gli sgravi contributivi degli accordi di produttività, 246 milioni dalla formazione professionale, 100 dal Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate e altrettanti verranno recuperati dai fondi stanziati nell'accordo firmato con la Libia nel 2009 per le infrastrutture e non utilizzati, 288 milioni provengono dalla riprogrammazione dei fondi strutturali dell'Unione europea e gli ultimi 19 da parte degli introiti per le multe dell'Antitrust.
Via libera anche ai contratti di solidarietà, a cui ricorrono le aziende che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria o la cui richiesta di cassa integrazione in deroga non è stata accolta. La dotazione in questo caso è di 57,6 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 35 già assegnati dalla legge di stabilità.
Si tratta di uno sforzo rilevante, che tampona una situazione di emergenza ma che non la risolve definitivamente. Secondo la conferenza delle Regioni infatti, mancano ancora all'appello 1-1,2 miliardi di euro per coprire il monte ore di cassa integrazione in deroga di tutto il 2013. Debora Rosciani ne parla con Alessandro Rota Porta, consulente del lavoro e con Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro S.p.a.
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